La sicurezza nell'era digitale.
Idee, spunti e soluzioni per l'auto 2.0

Smartphone e automobile:
questo matrimonio s’ha da fare

La convergenza tra auto e smartphone è ogni giorno più forte e, dopo anni di promesse, i sistemi che riproducono sulla plancia il software di un iPhone o di un Galaxy cominciano a diffondersi. Un incontro, quello tra automobili e telefonia mobile, nel quale non potevano mancare i protagonisti stessi del mondo degli smartphone: da un lato la Apple, con il suo CarPlay, dall'altro Google e i produttori di telefoni, che propongono Android Auto. Una guerra all'ultimo smartphone che prevede anche MirrorLink, un terzo attore che si propone come una sorta di ponte tra i due sistemi: creato dal poco noto Car Connectivity Consortium, si sta diffondendo con una certa rapidità, anche se la sua compatibilità con i dispositivi Apple, promessa da tempo, stenta ancora ad arrivare.

Apple CarPlay

Apple CarPlay è stato il primo di questi sistemi a essere realmente disponibile al pubblico. La grafica e le dinamiche d'interazione sono simili a quelle dell'iPhone: si possono scorrere le pagine sfiorando lo schermo oppure attivare le diverse funzioni con un “tap" delle dita sul display. Le icone sono quelle ben note agli utenti Apple, che ritrovano anche il classico tasto Home e l'immancabile Siri. L'assistente tuttofare è capace di attivare tutti questi menu a voce, cercare un ristorante nelle vicinanze o inviare un sms dettato mentre si guida, senza che occorra digitare neppure un carattere.

Android Auto

Android Auto, nella pratica, non è molto diverso da CarPlay, a cominciare dalla grossa importanza data ai comandi vocali. Quando si collega il telefono, il sistema è in grado d'identificare le applicazioni che, in base alle abitudini dell’utente, devono rimanere in primo piano. E la sera, per esempio, proporrà automaticamente il navigatore con le indicazioni per tornare a casa, magari accompagnate da una playlist musicale tra quelle preferite. Sul touch screen non appare la solita griglia di applicazioni, ma compaiono blocchi di notifiche (come in Google Now) posizionate al centro, sopra gli altri contenuti. Tutto ruota intorno al navigatore, capace anche di rispondere a richieste aggiuntive come gli orari di apertura del locale verso cui stiamo navigando.

MirrorLink

MirrorLink si pone appunto a metà strada tra CarPlay e Android Auto. Nato per funzionare con i telefoni Sony e Nokia, questo sistema ha poi aggiunto la capacità di gestire gli Android. Per ora, la sua universalità è compromessa dal non potersi collegare con i dispositivi Apple, ma sembra che sia questione di poco e anche questo limite sarà superato. Come per gli altri due sistemi, la connessione all'automobile avviene attraverso un cavo e, anche in questo caso, vengono proposte le funzioni utili in auto, come la musica, le mappe o la possibilità di telefonare in vivavoce.

Nessun sistema è inviolabile,
tanto meno le auto connesse

I nuovi pirati

Nessun sistema è inviolabile, tanto meno le auto connesse. È questo il messaggio della calda estate del 2015, durante la quale l'automotive ha fatto una scoperta che potrebbe cambiare l'industria per sempre:

"digitale e reale vanno a braccetto, la meccanica conta quanto il software e garantire entrambi è ormai una precisa responsabilità delle Case, senza alibi di sorta."

L'idea di perdere il controllo della propria auto è ovviamente terrorizzante, ma per ora si tratta di una prospettiva incerta e assolutamente remota:

"le minacce digitali più serie non riguarderanno la guida da remoto della vettura, ma il furto di dati personali o delle stesse auto."

Leggi tutto

Di sicuro c'è che la ricerca serve a far aprire gli occhi ai Costruttori: per esempio, Il Gruppo FCA ha attivato il System Quality Engineering Team, un gruppo di specialisti dedicato al controllo e all'aggiornamento dei software del Gruppo; la Ford ha già assunto esperti di privacy online, mentre la General Motors ha creato una posizione ex novo, quella di responsabile della cybersecurity, oggi ricoperta da Jeffrey Massimilla.
Entro la fine dell'anno, infine, negli Stati Uniti aprirà il primo centro Isac (Information Sharing and Analysis Center) dedicato all'automotive, nato per combattere le minacce informatiche sulla falsariga delle iniziative del sistema bancario. Dopotutto, oltre ai sistemi di infotainment connessi, i punti di accesso degli hacker sono numerosi e includono anche gli hotspot wi-fi, il Bluetooth, le radio wireless, le funzioni keyless, gli smartphone, le app di bordo e i sistemi di monitoraggio della pressione delle gomme.

Connettività in auto ai massimi livelli

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Controllare
lo stato del conducente

SALUTE CONNESSA

Il colpo di sonno è da tempo al centro della ricerca automotive. Dall'ormai lontano 2006-2007, quando Mercedes-Benz ha introdotto “Attention Assist”, Volvo il “Driver Alert Control” e Lexus il “Driver Monitoring System”, le soluzioni per prevenire o almeno limitare questa piaga si sono moltiplicati in numero e precisione. Oggi, il controllo dello stato del conducente sfrutta quattro tecnologie:

  • il monitoraggio dello sterzo tramite sensori collocati sul volante
  • i sistemi di mantenimento della corsia (utilizzati per rilevare spostamenti improvvisi dell'auto)
  • l'osservazione del volto del conducente attraverso telecamere o sensori a infrarossi
  • la più sofisticata biometria, tramite sensori in grado di misurare parametri vitali come il battito cardiaco, l'attività cerebrale o muscolare.

Leggi tutto


Più che inventare nuove strade, la tecnologia ha consentito di affinare quelle esistenti: oggi, lo stesso Attention Assist di Stoccarda può contare su 70 diversi parametri per elaborare un profilo personale del guidatore e avvisarlo quando le misurazioni si discostano dai valori abituali. Anche l'ultima versione di “Driver Attention Alert”, made in Nissan, sfrutta i sensori dell'angolo di sterzo per ricostruire un modello di guida personalizzato, tenendo in considerazione curve, condizioni stradali, cambi di corsia, utilizzo dei freni ed eventuali falsi positivi.